Turismo, Innocenti (Fiavet Puglia): il comparto soffre, necessari interventi rapidi per programmare al meglio la stagione estiva

*di Vito Fatiguso

BARI – Un fine anno, per il turismo pugliese, senza grandi spunti di vitalità. E anche un periodo che suscita timori per l’attività futura. Luca Scandale, direttore generale di Puglia Promozione, lo ha detto direttamente agli operatori di settore: «Per il prossimo anno,
sinora, abbiamo a disposizione solamente 1,5 milioni, aiutateci a recuperare altri stanziamenti». In verità, la ripresa della pandemia ha disincentivato il mercato dei viaggi e ora si spera negli arrivi domestici e di prossimità. Perché di stranieri non se ne vedranno molti. «La variante Omicron – afferma Massimo Salomone, coordinatore gruppo tecnico
Turismo di Confindustria Puglia – ci fa capire ancora una volta che la battaglia non è terminata e siamo nel pieno della quarta ondata. La Puglia si sta difendendo bene, ma sicuramente per le festività non si prevedono grandi movimenti: la speranza è di recuperare negli ultimi giorni». Stessa previsione arriva dagli albergatori. «Un po’ tutte le strutture – chiarisce Francesco De Carlo, presidente di AssoHotel Confesercenti Puglia si erano dotate di prenotazioni con modalità molto flessibili e poco vincolanti. Ma con il Covid che ritorna tali prenotazioni non si sono trasformati in pagamenti anticipati. C’è incertezza e si spera nell’efficacia del super green pass. Mancano gli arrivi stranieri e l’impressione è che si decida tutto negli ultimi quindici giorni. La conseguenza? In molti casi (circa un 40 per cento) gli hotel hanno deciso di non prolungare l’apertura anche a fine anno e preferiscono dare appuntamento ad aprile. Perciò c’è la necessità di pianificare e per questo sono indispensabili le politiche di sistema». «Il comparto – aggiunge Piero Innocenti, presidente regionale della Fiavet (agenti di viaggio) soffre per la mancanza dei grandi viaggi esteri. E la Puglia è costretta a rimediare con pacchetti di due tre notti a Natale e Capodanno. Ci sono
prenotazioni? Non vediamo grandi flussi, ma le ferie di fine anno sono contraddistinte dai soggiorni dell’ultimo minuto. Anche per i gruppi organizzati vedremo se ci saranno
le conferme. Tuttavia, servono interventi rapidi».

Il parternariato di settore si è riunito alla presenza del capo dipartimento, Aldo Patruno, e di Scandale. Quest’ultimo ha annunciato che per il 2022 «ci sono a disposizione solamente 1,5 milioni». A fronte di una dotazione media annuale di 12-14 milioni. «È importante – conclude Innocenti lavorare per la promozione già nei mesi da gennaio a marzo perché la gran parte delle prenotazioni estive di chi vive al nord Italia coincide con questo trimestre. Non va perso tempo». «Dobbiamo essere chiari – termina De Carlo – e prendere decisioni incisive. I soldi pubblici investiti devono produrre effetti concreti e sprechi come le iniziative di Puglia 365, che hanno lasciato pochissimo al territorio, non si devono ripetere. Manca ancora un assessore al ramo e attendiamo di capire dove andare ». Nel corso dell’incontro si è anche toccato il tema dei ristori nell’ambito dei bandi custodire turismo e cultura (versioni 1 e 2). In lista d’attesa ci sono richieste pari a 28 milioni. Tali risorse, di cui 5 disponibili, dovrebbero essere recuperate dal settore Sviluppo Economico. Discorso a parte per la convegnistica che, anche nel periodo di Natale, aveva un buon trend (con convention di settore). «In questa fase molto difficile per tutti – illustra Salomone abbiamo preso atto dell’ordinanza del ministro Roberto Speranza per l’organizzazione dei congressi e sinceramente non è chiaro a quale ufficio ci si debba rivolgere delle autorità sanitarie locali prima di ogni evento. Conosciamo bene quanto la burocrazia italiana sia lenta per limiti strutturali, ma chi organizza gli eventi (settore Mice) ha bisogno di sapere sin dalla fase progettuale, quante persone potranno prendervi parte, ovvero partecipare.
Abbiamo chiesto di eliminare il distanziamento, ma ora che l’abbiamo ottenuto si è aperto uno scenario abbastanza confuso che sta generando non poche difficoltà organizzative. Non possiamo lavorare non conoscendo la capacità massima delle nostre ‘’location’’, ovvero degli spazi congressuali, in maniera chiara e con parametri già prefissati. Confidiamo nell’usuale garbo e nella disponibilità delle istituzioni sanitarie regionali per venirne a capo
e trovare la soluzione adeguata».

* Dal Corriere del Mezzogiorno di giovedì 9 dicembre 2021