I muretti a secco italiani e quelli degli altri Paesi europei che hanno presentato la candidatura, sono state aggiunte oggi alla lista dell’Unesco del mondo patrimonio dell’umanità. L’agenzia culturale dell’Onu ha annunciato la novità su twitter mercoledì ringraziando i paesi che hanno fatto la candidatura. L’unesco ha riconosciuto l’importanza dei muri a secco ma soprattutto l’arte con cui sono costruiti con pietre impilate una sull’altra senza utilizzare altro materiale se non terra asciutta.
È una tecnica che risale a tempi preistorici ed è indicativa di un rapporto armonico tra umani e il mondo naturale. Il comitato, che ha vagliato la proposta ha dichiarato che la candidatura è conforme ai criteri di patrimonio culturale intangibile.
Tra questi criteri c’è il fatto che la tecnica è “vivente”, cioè è ancora di uso comune, e il ruolo fondamentale che gioca nella conservazione dell’ambiente e del paesaggio. L’Unesco è rimasta particolarmente impressionata dalla cooperazione internazionale nello scambio delle migliori pratiche per il mantenimento in vita della tecnica.
LE PAROLE DI EMILIANO – «I muretti a secco rappresentano un patrimonio identitario per tutta l’Italia, per il Mediterraneo e per la Puglia in particolare. La Regione si è fatta promotrice insieme ad altre regioni di questa candidatura. La nostra terra, dal Salento alla Capitanata, è incorniciata dai muretti a secco, opere che tracciano il lavoro dell’uomo rispettoso dell’ambiente, testimonianza di una storia contadina antica che mantiene intatta la sua autenticità nel tempo». Lo afferma il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo aver appreso che l’Unesco ha inserito «l’Arte dei muretti a secco» nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità. E questo in quanto rappresentano «una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura». L’Italia aveva presentato la candidatura insieme a Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera. Tra le regioni promotrici della candidatura c’era proprio la Puglia per tutelare una tradizione che ha uno dei suoi punti di forza in Puglia, ma che unisce in pratica tutta la Penisola. “Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura», evidenzia Emiliano.
«Questo riconoscimento – aggiunge il governatore della Puglia – celebra un elemento della nostra tradizione che identifica i luoghi della nostra memoria e che si tramanda di generazione in generazione. Grazie a Unesco potremo valorizzare ancora di più l’unicità del nostro territorio e far apprezzare tutta questa bellezza ai visitatori e ai turisti che verranno a trovarci da ogni parte del mondo».
«La pietra – sottolinea l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Loredana Capone – è quel «dettaglio» che fa la Puglia. Nel muretto a secco poi racconta tutta la genialità e la fatica, la precisione e la bellezza del lavoro dell’uomo. Nel tempo è rimasta una tecnica di divisione nelle campagne ancora valida e bellissima, che diventa paesaggio. Abbiamo sempre creduto che i muretti a secco fossero un patrimonio unico di storia e di identità locale. Oggi questo riconoscimento ci dà ragione. Vogliamo valorizzare i muretti a secco in Puglia e li metteremo al centro di nuovi itinerari».