di Vito Fatiguso*
Un’estate turistica altalenante dove si contrappongono tendenze e aspettative diverse: a Bari, e nelle strutture di alta qualità (4 e 5 stelle), si va a gonfie vele, mentre in altre aree (soprattutto la costa del Salento) scendono le prenotazioni per le fasce medie che rivedono l’estero. «Sicuramente c’è un problema di costi dei servizi accessori – spiega Piero Innocenti, presidente vicario di Fiavet Puglia e responsabile della provincia di Bari -, ma a giugno i turisti non sono mancati».
Il trend in frenata
Nei giorni scorsi gli operatori di settore hanno evidenziato un calo delle prenotazioni, del 20%, riferite alla fine di luglio e alla prima settimana di agosto. Questo dopo l’accelerazione inaspettata dei mesi di aprile, maggio e inizio giugno. «Sinceramente è complicato tirare fuori numeri attendibili – prosegue Innocenti – anche perché le strutture ricettive considerano il trend di tutta la stagione. Quello che possiamo affermare è che bisogna fare di più sul profilo della competitività dei servizi accessori». Il riferimento è a lidi e ristorazione. «Non dobbiamo perdere l’occasione di soddisfare le aspettative dei turisti – conclude Innocenti – evitando così di proporre prezzi fuori mercato. Le faccio un esempio: a fine giungo su Marina di Pulsano per un ombrellone e due lettini mi sono stati chiesti 80 euro al giorno più 13 euro di parcheggio a fronte di un pernottamento e prima colazione in doppia di 70 euro a persona. Per non parlare di una pizza a Gallipoli che non costa meno di 20 euro. Così le persone scelgono altre regioni come Calabria, Campania e Sicilia».
Il fenomeno imbarchi verso Grecia, Albania, Montenegro e Croazia
Che i “varchi” verso la Puglia stiano funzionando (portano turisti oltre Adriatico) è confermato dall’attività portuale di Bari – guidata da Ugo Patroni Griffi – che in alcuni aspetti sta performando meglio di Aeroporti di Puglia (dove si usa la costosa arma dell’incentivo all’avvio di nuove rotte). Infatti, a Bari, nel penultimo sabato del mese, è scoppiata la corsa all’imbarco-sbarco con 11.400 passeggeri complessivi di cui 6.400 diretti verso Grecia, Albania, Montenegro e Croazia. «Nel porto di Bari – ha spiegato il sindaco Antonio Decaro – sono arrivate 3 navi da crociera con quasi 5.000 crocieristi. I croceristi sono stati i primi turisti di Bari che è diventata una meta turistica importante. Nei primi sei mesi dell’anno abbiamo registrato un incremento del 9,1% di croceristi rispetto allo stesso periodo del 2019». Ma anche al sindaco non sfugge l’aspetto la questione professionalità: «Guai a pensare di aver raggiunto il traguardo. Dobbiamo lavorare ancora sul nostro sistema dei servizi e dell’accoglienza. Sosteniamo chi sceglie Bari come una meta di viaggio, anche per poche ore, perché il nostro risultato più grande sarà quello di vederli tornare».
Il peso della pandemia
«Su villaggi e campeggi in Salento – aggiunge Massimo Salomone, coordinatore del settore Turismo di Confindustria Puglia – c’è qualche lieve calo, ma i dati su cui ragionare si avranno non prima di ottobre. Inoltre, fare paragoni con l’estate scorsa dove fu determinante la componente di viaggiatori italiani rispetto a quelli esteri è complicato. Ricordo che 2021 non ci fu la ripresa del Covid. Tuttavia, è innegabile: le città turistiche sono piene di stranieri». Intanto, dopo una lunga pausa l’assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane, ha convocato il parternariato. L’appuntamento è per domani presso gli uffici della Fiera: si discuterà dell’andamento del settore e dell’adeguamento della normativa regionale sul turismo (come chiesto recentemente sul Corriere del Mezzogiorno anche da Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia).
*dal Corriere del Mezzogiorno